giovedì 28 marzo 2013

EN LAS PERIFERIAS DE NUESTRA CASA...


                                               (SPAGNOLO  E  ITALIANO)


Alguna vez hemos escuchado esa frase que dice: “hay que mirar más allá de nuestro propio ombligo”. Y se puede entender de diversas formas, desde una invitación a mirar más allá de nuestros propias ideas y conocimientos, hasta el salir de nuestro lugar de vida para acudir al encuentro con el otro. Para muchos ese salir de sí mismos, de mirar más allá, de acudir al encuentro con el otro representa más que una obligación, es una elección de vida, una elección hecha con amor y por amor. 

En estos días que la Iglesia vive un tiempo de gracia, un tiempo importante, un tiempo histórico que seguramente más adelante vamos a valorar en su justa medida. Y en estos días, escuchamos al Papa Francisco invitándonos a salir a las “PERIFERIAS”. 




 Perifera de Lima


Papa Francisco, con la sencillez a la que nos va acostumbrando nos invita a ir a las periferias, a esos alrededores geográficos, para atender a los que no tienen, a los que necesitan. Pero su invitación va más allá, es profunda, porque no se trata de acudir y asistir, sino de ver nuestro corazón y de ver las periferias de nuestro corazón, de preguntarnos ¿de qué está lleno? y ¿de qué está circundado? .


San Juan de Lurigancho nació como uno distritos de las periferias de la ciudad de Lima (aquí está ubicada la misión  de las hermanas…), hoy después de casi cinco décadas vemos cómo este distrito se ha ido transformando en muchos casos para bien y en otros para mal. En el encontramos diversos núcleos de progreso, donde el terreno urbanizado avanza y con este el consumismo de sus pobladores. Pero no muy lejos nos topamos con diversos focos de pobreza, esos alrededores poblados por familias, formadas mayoritariamente por jóvenes o madres solteras, que habitan en casas de esteras o triplay, y que apenas cuentan servicios de agua o luz. Lugares donde se suprime todo lo posible, pasando por el alimento, la educación, la salud porque lo que ganan las cabezas del hogar no resulta suficiente. 

Estos cordones se ubican para el fastidio de muchos a espalda de grandes centros comerciales, de centros de diversión, de tragamonedas, de casas y escuelas bien contruídas. En si, a estos corazones del consumo, del bienestar económico le circundan el hambre y la miseria. En estas periferias se encuentran también dos penales: San Pedro de Lurigancho y Castro Castro, el primero uno de los más poblados del Perú, y el segundo uno de alta seguridad porque alberga presos por terrorismo. 

Seguramente que atender a la invitación que nos hace el Papa Francisco puede sacudir nuestras seguridades, puede hace que nos corramos el riesgo de ser etiquetados, puede hacer de nuestra camino una cuesta arriba, pero sin ninguna duda transformará nuestras vidas y transformará la de muchas otras.






Con estas líneas saludo la misión que las Hermanas Paola y Vicenta, Pequeñas Hijas de San Francisco de Asís, junto a varios laicos acaban de emprender en Canto Grande, con el Comedor para Niños Desnutridos. No me cabe duda de que habrá mucho que hacer y faltarán manos, mas como ustedes nos enseñaron: Dios proveerá!
                     
         Maria Elena Rojas  (laica peruana – amiga y colaboradora de la misión) 



 Periferia de Lima
 

NELLE  PERIFERIE  DI  CASA  NOSTRA….

Sicuramente qualche volta abbiamo sentito la frase che dice: “occorre guardare piú in lá del nostro ombelico”. Certo, la si puó interpretare in diversi modi: dall’invito a saper andare oltre le nostre idee e conoscenze, fino ad uscire dal nostro “abituale luogo di vita” per andare incontro agli altri.

Per molti ancora questo “uscire da se stessi”, per guardare piú in lá... é piú che un obligo: é una scelta di vita, una scelta fatta per amore e con amore. 

In questi giorni la Chiesa vive un tempo di Grazia, un tempo importante, un tempo storico che sicuramente sapremo valorizzarlo ancor meglio piú avanti... In questi giorni ascoltiamo il Papa Francesco che ci invita ad uscire per per andare verso “LE PERIFERIE”.




  
Papa Francesco, con la semplictá a cui ci va poco a poco abituando, ci invita ad andare alle periferie “geografiche”, per aiutare chi non ha.... chi ha piú bisogno. Peró il suo invito va ben oltre... é profondo perché non si tratta solo di “accorrere ed assistere”, ma di saper vedere le periferie che stanno dentro il nostro cuore per domandarci: “di cosa é fatto? Di cosa é pieno? Di cosa si circonda?”. 

San Juan de Lurigancho é nato come un comune (... di 1 milione di abitanti.... dove si trova la missione de “las Hermanas”) della periferia di Lima; oggi dopo quasi 5 decadi possiamo vedere come questo distretto si é trasformato ... in molti aspetti per il bene e per molti altri per il male.

In San Juan de Lurigancho ci sono diversi “punti di sviluppo”, dove il terreno urbanizzato avanza portandosi dietro uno “stile di vita della gente fortemente consumistica”.  Peró, non molto lontano, ci troviamo davanti a molti “focolai di povertá”: periferie abitate da famiglie formate  - nella maggior parte dei casi – da giovani o “madres solteras” (mamme sole/ragazze madri), che vivono in abitazioni fatte di STUOIE o COMPENSATO e che a stento, hanno i servizi di acqua o luce. Sono luoghi dove manca l’indispensabile cominciando dagli alimenti, dall’educazione, dall’assistenza medica...perché quello che guadagnano i poveri non é sufficiente per una vita dignitosa. 



   
Questi “cordoni di povertá” si trovano – infastidiendo molti – alle spalle dei grandi centri commerciali, centri di divertimento, di slot machine, di case e scuole private ben construite.... Cosí, questi “centri del consumo”e di benessere economico sono circondati dalla fame e dalla miseria.  In questa medesima periferia, si trovano anche due carceri: San Pedro de Lurigancho e Castro Castro; il primo é una delle carceri piú popolate del Perú e l’altro é di “alta sicurezza” perché ospita prigionieri del terrorismo. 

Di sicuro l’invito di Papa Francecso potrebbe far  SCUOTERE le nostre sicurezze, portarci al rischio di essere “catalogati”, portarci verso un “cammino in salita”, peró – senza dubbio – cambierá le nostre vite e quelle di molte altre persone.  

Con queste righe saluto la missione de las “hermanas Vincenza e Paola” che , insieme ad alcuni laici  stanno avventurandosi in Canto Grande (in San Juan de Luragancho) con un centro di bambini denutriti. No ho dubbi che avranno molto da fare e che mancheranno mani... ma come voi ci avete insegnato: Dio provvede!
                                   
            Maria Elena Roja (laica peruviana - amica e collaboratrice della missione)



venerdì 22 marzo 2013

“VOGLIO AVVICINARMI A VEDERE …” (Es 3,3)

(Auguri di Pasqua agli amici)


Durante il mio rientro in Italia, tante persone mi hanno fatto la stessa osservazione: “Sicuramente ti sarai giá abituata al “nuovo mondo”.  Queste parole mi hanno fatto riflettere parecchio... Certo, abituarsi... entrare nella routine.... “farci il callo”... a certi stili di vita non é poi cosí difficile, neppure all’interno degli ambienti religiosi... Ma l’invito missionario di Gesú – se non ricordo male – ci fa una proposta ben diversa...

Provo a spiegarmi. 

Quando nel viaggio di rientro si arriva sul Perú, l’aereo – per atterrare - deve attraversare un notevole strato di “nubi grigie” che costantemente coprono il cielo di Lima... per sbucare poi su una realtá che non finisce di “inquietarmi ed interrogarmi”. 

É difficile abituarsi “alla fatica” di tante giovani madri che lottano, spesso da sole, per far sí che i figli possano avere il necessario per vivere e possano frequentare la scuola...

É difficile abituarsi alla “siccitá” in cui vivono gli abitanti della periferia di Lima e alla polvere che si respira... per non parlare dei disagi quotidiani per la mancanza di acqua....

É difficile abituarsi alle baraccopoli in cui tanta gente ancora vive nella periferia di una delle piú grandi metropoli dell’America Latina, qual’é la capitale del Perú...

É difficile abituarsi a tante ingiustizie sociali e politiche che penalizzano sempre i piú deboli (proprio in questi giorni si sta svolgendo una forte ed “aggressiva” campagna di revocazione al sindaco di Lima, una donna che con onestá, concretezza e decisione sta cercando di dare un volto piú umano alla capitale...)...

Sinceramente durante il mio ultimo rientro mi é venuto in mente ció che accadde a Mosé quando – incuriosito dal roveto che non bruciava – si disse: “Voglio avvicinarmi a vedere....”. Piú vado avanti nella mia esperienza missionaria, piú mi convinco di come sia importante lasciarsi interrogare... interrogare la storia che ci circonda ed in cui siamo inseriti... interrogare Dio... : questo ci consente di metterci sempre in cammino, uscire da una falsa pace che – a lungo andare – ci intristisce e ci rende sterili. 

E si scopre - con stupore - che il “FUOCO DELLA VITA” continua ad ardere, anche lá dove mai penseresti...   

E con lo stesso atteggiamento mi sto avvicinando alla Pasqua.... giorni in cui Gesú di Nazaret ci invita ad entrare veramente in un “nuovo mondo”. 

Il mio augurio? 

Vi offro quello che - ancora una volta - la missione mi ha insegnato: “VOGLIO AVVICINARMI A VEDERE QUESTO “SPETTACOLO”.... Non lasciamoci portare via  dall’abitudine... dalla routine .... ma lasciamoci interrogare ed interroghiamo Dio che, nei prossimi giorni di Pasqua – per la VITA - ci offre una “scomoda novitá”. 

Hermana Paola



 
“Il FUOCO della VITA contiua ad ardere anche lá dove mai penseresti..."
                                        (cactus che circondano la missione)