sabato 22 dicembre 2012

IL NATALE CI RICORDA CHE....

"IL VENTO DELLA VITA" - PORTATO DA GESÚ - NON HA LIMITI .... NÉ DI SPAZIO NÉ DI TEMPO....

¡FELIZ NAVIDAD!


Hermana Vincenza con il piú piccolo della missione

sabato 15 dicembre 2012

Che Dio mettiamo nel nostro presepio?




 
Sono poco piú delle 7 di sera e, com’ é giá successo tante volte, sentiamo – non molto lontano dalla nostra casa – voci che gridano al microfono. Sono le voci dei “fedeli cristiani” riuniti: una delle tante “chiese e denominazioni cristiane” che, in Perú, si contendono il volto ed il messaggio di Gesú. Lamenti strazianti di richieste di perdono... suppliche infinite...  grida di esultanza ...  Tra questi gruppi, i piú presenti qui a Lima sono: gli Evangelici, gli Avventisti del settimo giorno, gli Isareliti della Nuova Alleanza, Il Movimento Missionario Mondiale ( Pentecostali), i Mormoni, i Testimoni di Jeova... ect ect. 

Sí, é vero, le persone hanno un gran desiderio di dare un senso religioso alla vita... ma ci sono anche tante proposte che son ben lontane dal Vangelo e dal Dio di Gesú. 

In molte di queste chiese c’é, ad esempio,  la idea che la povertá é segno di “lontananza da Dio”,  che il perdono divino é qualcosa da conquistare faticosamente  o – peggio ancora - da pagare salato... che il mondo é un luogo da fuggire perché lontano da Dio..... e ancora, che il male ha in ogni caso il potere .... Come si puó immaginare, il giro economico in molti di questi gruppi é molto forte.... E, guarda a caso, le zone piú povere sono proprio quelle in cui queste “chiese” si sviluppano con piú facilitá... 

 “Tutto ció che sta capitando nel mondo (povertá,  violenza, disastri naturali...) – mi ha detto un giorno una madre che frequenta la nostra missione ma che simpatizza per uno dei gruppi citati – é un chiaro castigo divino: c’é da invocare il suo perdono!”.  Mentre il pastore evangelico argentino Luis Palau predicava che  “Il terzo mondo é povero, perché é idolatra”.  

Tutto ció mi ha fatto riflettere e mi sono fatta una domanda: 

E noi che Dio mettiamo nel nostro presepio? 

Penso che questi nostri fratelli ci invitino seriamente a riflettere - soprattutto ora in tempo di Natale - su quale Dio vogliamo accogliere in casa nostra, nel nostro presepio, nella nostra vita...   

In missione – come ho giá detto tante  volte – non si vive il clima “romantico del Natale” (anche per la temperatura estiva che stiamo vivendo e per la polvere che si respira a causa dell’ariditá che circonda Lima). 

Peró si tocca con mano che Dio davvero si é INCARNATO.

Si é fatto bambino... si chiama Fernando,  figlio di una delle tante ragazzine-madri che sono passate dalla nostra missione. Si é fatto uno dei tanti emarginati della storia: non vuole ancora dirci il suo nome, “vive” della raccolta di “cose buttate”,  da anni passa anche dalla nostra missione.  Si é fatto “donna”: é una giovane madre  – da noi ospitata – che, dopo aver subíto per anni le violenze del marito fortemente “machista” (= maschilista),  ha deciso di prendere posizione e difendere la propria vita e quella della tre piccole figlie....

E non dimentichiamoci che il Dio di Gesú dará un messaggio scomodo a molti,  soprattutto ai “grandi”:  tuttora  “grida” anche per le strade della capitale peruviana perché siano rispettati i diritti umani di giustizia,  di uguaglianza  e ... di “acqua per tutti”,  perché anche la natura ritrovi la “bellezza perduta”. 

Il Dio di Gesú – sin dal Natale dunque – é il Dio dell’incontro, della vicinanza, della relazione... della trasformazione “dal di dentro”... e metterá - “pagando di persona”-  “la vita” al centro di tutto.  

Ancora una volta la diversitá (.... anche nella fede) ci sprona e ci stimola a “rivedere” la nostra fede e a crescere un pó di piú come persone...   

Quindi accanto agli auguri, aggiungo anche la domanda : Ma che Dio mettiamo nel nostro presepio?

Buon Natale e buon cammino!                                                                                                                            
                                                                     Hermana Paola

TALLER: “ME DIVIERTO CON JESÚS”…


Estamos terminando las actividades del año 2012 y hoy día hemos concluido el Taller “Me divierto con Jesús”, donde muchos niñ@s han aprendido a conocer a un gran amigo, Jesús, con el juego y la diversión.  Los niñ@s han participado siempre con mucho entusiasmo… hasta el punto de recordar, ellos mismos, este importante momento a las madres… 

De verdad, los pequeños nos enseñan… 

Aquí algunas fotos….














martedì 11 dicembre 2012

IL VOLTO METICCIO DI MARIA - 12 Dicembre “La Vergine di Guadalupe”


-         Un volto che ci invita a guardare avanti –

Patrona delle Americhe, la “ Vergine di Guadalupe” –  che la Chiesa ricorda il 12 Dicembre – é molto venerata anche in Perú: non c’é cappella o chiesa o casa che non ne abbia una immagine. La persona latina trova in Lei molta forza e consolazione.




 
Mi sembra bello e importante sottolinearne qualche aspetto: certa che abbia qualcosa da dire anche a noi Europei.

·    Nel 1521 inizió la conquista del Messico da parte degli Spagnoli e come sappiamo, con lo sbarco Europeo nelle terre del Continente latino-americano, inizió una lunga agonia dei popoli locali, tra i quali gli INDIOS.  I figli nati dalla violenza, daranno origine ad una NUOVA RAZZA,  METICCIA, che sará rifiutata sia dagli spagnoli che dagli azteca (anche da parte di questo popolo , sia la donna che il figlio frutto della violenza, venivano ripudiati dal “clan”).

·    La Vergine di Guadalupe apparve nel 1531 (solo dopo 10 anni dall’inizio della conquista) a Juan Diego, un indigeno da poco convertito e battezzato e si presentó NON COME STRANIERA, MA COME PERSONA PERFETTAMENTE INSERITA NELLA CULTURA:   con il volto meticcio, dall’ aspetto simile a quello della gente che abitava nei paraggi e parlando la lingua dei conquistati e vinti ( il náhuati) e non quella dei conquistatori e vincitori.  In quel momento la situazione per il mondo indigeno era ben difficile: politicamente e militarmente sconfitto e umiliato, minacciato dal vaiolo e altre infermità portate dagli invasori.


                                   
 Icona di San Juan Diego 
·    La Santissima Vergine diede un incarico a Juan Diego: "Ascolta, figlio mio, il più piccolo, sappi che molti sono i miei servitori che potrebbero eseguire i miei ordini, però è necessario che SIA TU AD AIUTARMI"... La richiesta era quella di recarsi dal Vescovo e riferigli il suo desiderio che fosse costruito un tempio.... 
     "Ardentemente desidero che mi sia costruito qui un tempio, dove io possa mostrare e offrire tutto il mio amore, la mia compassione, aiuto e protezione - perché io sono la vostra madre misericordiosa - a te, a tutti gli abitanti di questa terra e agli altri devoti che m'invocano con fiducia; desidero udire i loro lamenti e porre rimedio ai loro dolori, a tutte le difficoltà e sofferenze". (Abbiamo il parallelismo con le parole con le quali Jahvé chiama Mosè alla sua missione: "Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti; conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo...").
   
·     Per questo i popoli latino-americani guardano con venerazione alla Madonna dal volto meticcio, quale SEGNO SICURO CHE DIO ASCOLTA IL GRIDO DEI PICCOLI E LI SALVA: UNA CHIARA PREFERENZA PER IL POVERO, PER L’EMARGINATO, PER CHI SUBISCE VIOLENZA...  

Con Guadalupe abbiamo un passaggio da Maria Conquistatrice a Maria Liberatrice dei poveri e degli oppressi.

Con la sua presenza INCARNATA, Lei ci insegna che evangelizzare (=educare.... aiutare) é METTERSI AFFIANCO DI UN POPOLO – o di una persona -  PER CAMMINARE CON I SUOI RITMI ED IN ASCOLTO DELLE SUE ESIGENZE;  é parlare il suo linguaggio per rivelargli la dignitá di Figlio/a di Dio a cui é chiamato.
Anche il Documento di Aparecida (CELAM – 2007) ritorna a insistere sull'importanza di Nostra Signora di Guadalupe, come segno d'inculturazione della fede.

·    Infine vorrei sottolinare un altro aspetto. Il volto meticcio di Maria é una chiaro INVITO A GUARDARE AVANTI.... 

"L'umanità, se vuole sopravvivere, deve trovare un nuovo modo di trattare le differenze culturali. È qui che si delinea il contributo del meticciato oggi: manifestare nella propria persona che la promiscuità razziale non conduce necessariamente a distruggere la nazionalità culturale, ma che, al contrario, può contribuire a costruirla.
Il volto meticcio di Maria é un invito a guardare avanti .... non verso un passato mitico, quello delle tradizioni immutabili o di una purezza illusoria, pericolo di tutti i nazionalismi e di tutti gli integralismi. Ma verso ciò che è possibile negli incontri interumani, nei meticciati ineluttabili. Non si tratta, quindi, della fine della storia, ma, al contrario, del suo rinnovamento permanente, il gioco infinito della novità capace di ricrearsi incessantemente. Imprevedibile, come il flusso continuo degli esseri umani che si mescolano e generano altri esseri umani, facendo emergere sul suolo del pianeta Terra la grande varietà delle società e delle culture". (Pubblicato in E. Grasso, María de Guadalupe en el corazón de la interculturalidad, -  San Lorenzo - (Paraguay) 2008.

              
LASCIAMOCI  ARRICCHIRE  DALLA  FEDE  DEI  POPOLI  LONTANI.....